A metà dell'800 negli
Stati Uniti convivevano due mondi, quello del Nord e quello del Sud. Tra di
essi correvano differenze non solo economiche ma anche politiche.
· Il Nord era ricco di manodopera, aveva sviluppato una
potente industria e una borghesia intraprendente, tutto ciò era stato
facilitato anche da un efficace sistema ferroviario. Inoltre vi era un moderno
spirito capitalistico, dove si confrontavano datore di lavoro ed operai.
· Il Sud invece era una società rurale e conservatrice,
basata su un'oligarchia terriera dedita alla produzione di cotone, tabacco e
canna da zucchero, esportati essenzialmente in Europa. Inoltre permaneva il
tradizionale sistema di produzione schiavista e razzista.
Per quanto riguarda le idee politiche, gli stati del
Nord puntavano ad una politica protezionista che potesse favorire un
accrescimento dei poteri del governo centrale mentre nel Sud si privilegiava
l'autonomia degli Stati contro la centralità del governo federale.
Nel 1854 nacque il Partito repubblicano
che si dichiarò subito di orientamento
antischiavista. Nell'800 iniziò
anche la cosiddetta “conquista del west”,
cioè la colonizzazione dei nuovi
territori dell'Ovest, che erano abitati dai nativi americani, nei quali
i coloni videro sempre dei nemici. Non considerati cittadini americani, la loro
sopravvivenza fu continuamente messa in pericolo dall'avanzare dei bianchi.
Davanti alla loro resistenza aumentava l'impegno del governo americano nello
sfruttamento dell'Ovest, tanto che, verso
la fine del secolo, i nativi, decimati ed esiliati dalle loro terre,
potevano dirsi definitivamente sconfitti.
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Abraham Lincoln |
Alle elezioni presidenziali del 1860 vinse il candidato
repubblicano Abraham Lincoln, non era un
abolizionista radicale (riteneva che la schiavitù
costituisse un "male
morale" ma che comunque doveva
essere conservata lì dove c'era).
Nonostante ciò, gli schiavisti del Sud temevano per l'autogoverno dei singoli
Stati, così il 20 dicembre del 1860 molti Stati del Sud si unirono e insieme formarono gli Stati Confederati d'America, stabilendo la loro capitale
a Richmond, in Virginia.
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Immagine che ritrae i soldati nella "guerra di secessione" |
Nell'aprile del 1861 iniziò la guerra tra
confederati o sudisti (gli Stati ribelli) e unionisti o nordisti
(gli Stati fedeli all'unione). Questa guerra fu definita “Guerra di
secessione americana”. I nordisti
confidavano nella loro potenza
industriale, i sudisti nella superiorità del loro esercito. La guerra durò 4
anni e causò oltre 70 mila morti, si concluse precisamente nel 1865 con la vittoria dei nordisti.
Tre emendamenti della
Costituzione abolirono la schiavitù e fu stabilita la parità tra i cittadini,
che non significò tuttavia la fine del razzismo (anzi nel Sud fu
imposta una vera segregazione razziale: i neri furono confinati in quartieri
riservati, e di fatto fu loro proibito di avere contatti con i bianchi).
Dopo la guerra, la popolazione statunitense crebbe
molto, anche grazie a due provvedimenti: - “Homestead
Act”, del 1862 che assegnava
terre a chiunque coltivasse per almeno 5 anni; - “Immigration Act”. Del 1866
che favoriva l'immigrazione dai Paesi europei negli Stati del Nord. In seguito
allo sviluppo delle corporations (grandi
imprese monopolistiche) nacquero anche le organizzazioni sindacali, come i Knight of Labour, l'American federation of Labour e gli Industrial workers of the world.
Verso la fine
del secolo si ebbe un cambiamento nella politica estera degli Stati Uniti, che
iniziarono a partecipare per la prima volta alla colonizzazione del mondo e,
sotto la presidenza di Theodore Roosevelt avviarono una politica imperialista.
Nel 1898, gli Stati Uniti
appoggiarono la rivolta scoppiata a Cuba per ottenere l'indipendenza dalla
Spagna e stabilirono il protettorato sull'isola; ottennero poi il controllo di
Portorico, delle Filippine, delle Hawaii; realizzarono il canale di Panama e si
assicurarono il controllo della neonata Repubblica panamense e diedero vita a
una politica di ingerenza negli affari interni dell'America centro-meridionale.